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In questo saggio, l'autore esamina lo stato di salute della Terra, indicando i mali che l'affliggono e che rischiano di portarla verso l'autodistruzione. Attraverso un'indagine che parte da lontano -e precisamente da Malthus e dalle sue previsioni, che risalgono agli inizi dell'800- fino alle attuali teorie scientifiche -che sembrano avvalorare quelle previsioni e, addirittura, aggravarle- l'autore evidenzia quei mali e li fa derivare dalla sovrappopolazione. Dall'incremento demografico, infatti, dipendono l'eccesso di tecnologia, l'inquinamento, la povertà della gran parte del Sud del mondo e, soprattutto, l'effetto-serra che determinerà, se non verranno drasticamente abbattute le emissioni di gas nocivi, la morte del Pianeta per eccessivo riscaldamento. Torna pertanto d'attualità un vecchio tema, troppo a lungo trascurato e "messo all'indice" dai benpensanti e dal moralismo di tipo confessionale: il controllo delle nascite, unico mezzo per porre un freno alla sovrappopolazione, madre di tutti i problemi che affliggono l'umanità.